11 OTTOBRE 2024
SPAGNA
La Grande Camera della Corte europea dei diritti dell’uomo conferma il diritto all’autodeterminazione dei pazienti testimoni di Geova
La Grande Camera emette una sentenza unanime nel caso Pindo Mulla contro Spagna
Il 17 settembre 2024 la Grande Camera della Corte europea dei diritti dell’uomo ha emesso una sentenza unanime confermando che il diritto di un paziente di scegliere cure mediche in base alle sue convinzioni religiose deve essere rispettato. Questa sentenza storica obbliga non solo la Spagna ma anche i 46 Stati membri del Consiglio d’Europa a rispettare le scelte del paziente in fatto di cure mediche.
Nel giugno 2018 la sorella Rosa Pindo Mulla, che aveva 47 anni, era stata ricoverata presso un ospedale di Madrid per un intervento poco invasivo. In vista dell’operazione, Rosa aveva consegnato ai dottori il documento per le disposizioni anticipate di trattamento spiegando che in base alle sue convinzioni e alla sua coscienza addestrata secondo la Bibbia non sarebbe stata disposta ad accettare trasfusioni di sangue (Atti 15:28, 29). Il personale ospedaliero aveva inserito le volontà di Rosa nella sua cartella clinica. Tuttavia, all’insaputa di Rosa, i medici sono stati autorizzati dal giudice a sottoporla a un intervento chirurgico invasivo e a somministrarle delle trasfusioni di sangue. In seguito all’intervento, Rosa è stata messa a conoscenza del fatto che il personale ospedaliero aveva ignorato le sue volontà somministrandole delle trasfusioni di sangue, trattamento medico che Rosa aveva chiaramente dichiarato di non voler accettare.
Nella sentenza riguardo al caso Pindo Mulla contro Spagna, tutti i 17 giudici della Grande Camera hanno concordato sul fatto che “un paziente adulto capace ha il diritto di rifiutare” trattamenti sanitari che non desidera ricevere. I giudici hanno inoltre affermato che “un principio fondamentale nell’ambito delle cure mediche è quello di rispettare il diritto del paziente di fornire o meno il consenso a ricevere un trattamento sanitario”.
Tutti noi siamo contenti che questa sentenza abbia confermato il diritto della sorella Pindo Mulla e di altri milioni di persone di scegliere cure mediche sulla base delle convinzioni religiose.